SOMMARIO L'ARENA DI POLA OTTOBRE 2023
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Cari Amici Lettori de L'ARENA DI POLA, cari Soci dell'AIPI-LCPE,
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Cari Amici Lettori de L'ARENA DI POLA, cari Soci dell'AIPI-LCPE, Anni mesi e giorni arrivano, si ritirano, lasciano ricordi ... come le onde del mare, sempre simili ma mai le stesse. Ricordi di eventi che incidono vita e memoria, che in maniera diversa rapportano il presente con il passato, in un confronto che può far bene o male, soffrire o rimpiangere a seconda di quale sia stato il vissuto e le sue conseguenze. Ne parliamo nel numero di settembre del nostro mensile. |
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Cari Amici Lettori de L'ARENA DI POLA, cari Soci dell'AIPI-LCPE, Pola 18 agosto 1946 - 2023. Per noi che commemoriamo, la tragedia di Vergarolla è nota. Per chi ignora invece, anche se spesso incolpevolmente, è tempo di sollevare il velo impietoso che, troppo a lungo, non ha consentito di onorare appieno le innocenti Vittime di quella che fu la prima diabolica strage avvenuta nell'allora neonata Repubblica Italiana. L'Arena ha dedicato pagine speciali al 77.mo anniversario di quell'infausta domenica. |
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Ricordata nelle acque di Vergarolla la strage del 18 agosto 1946
Salvatore Palermo e Livio Dorigo erano ragazzini a Pola il 18 agosto 1946. La sorte della città era ancora in sospeso tra Italia e Jugoslavia nell’attesa delle decisioni definitive della Conferenza di Pace: formalmente apparteneva ancora all’Italia, che aveva da poco scelto di essere Repubblica, pur avendo estromesso dal voto giuliani, fiumani e zaratini, ma l’amministrazione militare era affidata alle autorità anglo-americane. Era domenica ed era stata organizzata la Coppa Scarioni dalla società nautica Pietas Julia, fucina del patriottismo locale dai tempi della dominazione asburgica con il nome che richiamava le origini romane del capoluogo istriano. La manifestazione sportiva si svolgeva sulla spiaggia di Vergarolla ed aveva richiamato centinaia di polesani, famiglie intere con bambini e nonni al seguito. Poco distante c’era un mucchio di mine disinnescate, su cui i bambini giocavano e la gente ci si appoggiava senza timore alcuno.